Giovani realtà italiane ospiti per l'ultima giornata dell'Hackathon 2020
Kilowatt, Squiseat e Viving si raccontano
Lunedì 6 aprile si è tenuto l’ultimo dei tre incontri previsti per l’Hackathon 2020 sull’economia circolare. Protagonisti di questa giornata sono stati i racconti di Kilowatt, Squiseat e Viving, giovani realtà italiane che hanno fatto della sostenibilità la propria mission e che, attraverso le loro storie, hanno offerto ai partecipanti preziosi consigli.
Kilowatt è un progetto che muove i primi passi nel 2012, a partire dalla rigenerazione urbana di uno spazio pubblico abbandonato da circa 20 anni, i Giardini Margherita a Bologna, il quale ora si configura come un luogo relazionale, ibrido e coesivo. Kilowatt si occupa di consulenza e progettazione, comunicazione, servizi educativi sperimentali, ristorazione ed eventi. Nicoletta Tranquillo, tra i sette soci fondatori, ha spiegato cosa significhi sostenibilità per Kilowatt, prima di tutto un punto di vista sul mondo e sul futuro capace di generare valore, business e innovazione. Seguendo la sostenibilità come principio guida, questo grande progetto ha dato vita a:
- Vetro, più che un ristorante, un luogo di benessere per chi ci lavora e ci mangia, dove vengono usate esclusivamente materie prime vegetali e biologiche, stoviglie in vetro riciclato e prodotti per la pulizia biodegradabili;
- Advance, il benessere circolare delle Serre, una linea cosmetica creata con bucce di zenzero, gambi di rucola, scorze di agrumi usati in cucina, che anziché diventare scarti vengono così riutilizzati per estrarne i principi attivi.
- Semino, un progetto agroalimentare nato per portare sul mercato prodotti agricoli etici, sostenibili e salutari, e offrire occasioni di lavoro e inclusione per i migranti.
A ciò si aggiunge l’acquaponica, un metodo di coltivazione senza terra che permette di crescere ortaggi in sinergia con l’allevamento di pesci d’acqua dolce, per testare in ambiente urbano un sistema di coltivazione in grado di risparmiare fino al 90% delle risorse idriche.
Dalla volontà di combattere gli sprechi alimentari quattro giovani informatici, nel 2019, hanno creato Squiseat, un servizio di vendita delle eccedenze di fine giornata da parte di ristoratori quali catering, forni o pasticcerie. Questo nuovo servizio, attraverso un market place su Telegram ed attivo a Bologna, mette in contatto chi produce eccedenze alimentari con chi è interessato ad acquistarle, generando molteplici vantaggi. Garantisce, infatti, ai consumatori finali un pasto di alta qualità a un prezzo vantaggioso con la comodità di un food delivery, e allo stesso tempo incentiva i ristoratori a non sprecare cibo per mezzo dei guadagni ottenuti dalla transazione. Alberto Drusiani, CEO di Squiseat, ha raccontato come l’idea di questo progetto sia maturata in seguito alla propria esperienza personale di cameriere di catering per eventi, durante i quali il cibo non consumato, ma ancora di qualità, diventava automaticamente un rifiuto. Ad oggi in Italia lo spreco alimentare ammonta a 15 miliardi, rappresentando non solo un problema etico, ma anche climatico ed ambientale. Con il suo servizio innovativo Squiseat ha venduto più di 3600 porzioni di cibo che altrimenti sarebbero state destinate alla pattumiera, ha recuperato 1093 kg di alimenti ed ha limitato le emissioni di anidride carbonica contribuendo sensibilmente a combattere gli sprechi.
Infine Viving un’organizzazione, inaugurata ad ottobre 2019 a Roma, che si impegna ad affrontare i temi della sostenibilità ambientale e della cittadinanza attiva alla luce del delicato periodo storico in cui viviamo, caratterizzato dall’inquinamento, dal riscaldamento globale e dalla scarsità di risorse. Consapevoli che non è possibile separare le proprie scelte dalle conseguenze che esse comportano, Viving lavora per generare un cambiamento negli individui e nella società attraverso tre fasi:
- Learn, per conoscere e informarsi,
- Speak-up, per aprirsi al dibattito e alla condivisione,
- Take action, per agire attivamente.
Alessandro Piperno, uno dei vivers ospiti, ha presentato il progetto Viving for Circular Fashion, un’iniziativa che, dopo aver informato sull’inquinamento prodotto dall’industria della moda e sull’impatto che essa ha sul nostro pianeta (The true cost), è passata all’azione con Saving Rudolph, un esperimento di moda circolare. Nel dicembre 2019, presso l’Università LUISS, è stato inaugurato un mercatino di Natale che ha raccolto 3000 capi donati da 100 persone. Gli abiti raccolti sono stati destinati ad un triplice obiettivo: donare, rigenerare e riutilizzare. Nei mesi successivi infatti i capi sono stati smistati e consegnati presso le sedi romane di Caritas e case famiglia e rigenerati attraverso laboratori Labgov, Clitoris e creazione di oggetti di design.
La terza giornata dell’Hackathon si è conclusa con le domande dei partecipanti agli ospiti presenti e con un’importante riflessione sul cambiamento che ognuno di noi può apportare attraverso scelte consapevoli.
Ora tocca a nostri partecipanti i quali, organizzati in quattro team, realizzeranno idee progettuali improntate alla sostenibilità per migliorare la comunità in cui vivono.
Prima giornata
Seconda giornata